nella nebbia dell'alba
le luci di Marsiglia
l'intenso aroma di catrame
Barcelona Tarragona
il folle volo
verso occidente
Las Palmas
ultimo lembo d'Affrica
Recife Rio
Montevideo
quaranta volte almeno
casso il Sole
finalmente approdammo
noi cinque
(genitori, tre figli
albero sradicato
a germogliare nella nuova luce
senza memoria del futuro
sulla foce del Plata
le ceneri spargeremmo
di nostra madre
sul dolce colle del Calvario
nella roccia serbate
fra le conchiglie mormoranti mare
da me raccolte
sono quelle del padre)
più i tre della famiglia
che poi si ruppe
(Ugo anni dopo
per le Apollo
tracciò le mappe della Luna
a Padova
ci ospitò nei pressi
della Cappella
sfregiata dalla truppa
ci pilotò fra l'isole
della Laguna
fino a Torcello
scintillante nel sole)
più il Colonnello
(l'acuta voce
arrochita dal fumo
segaligno
percorreva la tolda
che divorò un incendio
lungo le coste della Patagonia
le vittime
sepolte in mare per salvarle
dalla furia dei topi
il relitto trainato
fino al porto
ferito gravemente
uno che mi fu zio
qualche anno dopo)
dapprima quasi vuoto
il vapore
della Flota Mercante
(che poi perì nel fuoco
come le navi di Cortés)
si riempì nei porti
della Spagna
principiammo in quel viaggio
a far nostri
la parlata
inconsueta
il suono gutturale
della jota
in esilio
il Principe d'Imerezia
in incerto spagnolo
mi cimentava in giochi
di deduzione e mi sfidava
all'ajedrez, circondati
dai catalani
in cerca del Dorado
dal lento
saliscendi del mare sugli abissi
da schiere
di delfini affamati
e finalmente in volo
gli albatros
del Brasile
già annunciato dall'ultimo
arcipelago d'Affrica
camicie rosa
volti bruni
grappoli di banane
L'inverno s'affacciò
nel Mar Dolce
la Plaza Artigas
con le colombe
la scia giallastra
il vento delle pampas
le nuove stelle
Buenos Aires,
forse per sempre.
* 1948: anno in cui lasciammo l'Italia. 1948 è dedicata a Ugo B., fisico-matematico, amico di famiglia, compagno d'espatrio, morto a Padova verso la fine del secolo XX.
* il folle volo, casso: dal Canto di Ulisse (Divina Commedia).
* noi cinque: Francesco Maranca (vedi BALBOA), Marisa Maranca Lenchantin (vedi RITORNO), Aldo (Firenze, 7 maggio 1930), Lucia (Firenze, 25 giugno 1934), Fausto (Firenze, 13 ottobre 1937).
* Calvario: colle di Tandil ricoperto da un fitto bosco in cui prevalgono gli eucaliptus, dentro il quale si snoda il sacro percorso.
* Cappella: degli Scrovegni, affrescata da Giotto, servì di bivacco a truppe statunitensi (II Guerra mondiale) che sfregiarono il bordo inferiore degli affreschi, in seguito restaurati.
* Flota Mercante: armatore dello Stato argentino; il piroscafo era il Río Santa Cruz, che si incendiò e naufragò quattro anni dopo, il giorno in cui compivo 22 anni (7 maggio 1952).
* Imerezia: o Imeretia, o Imeritia; piccolo Paese caucasico allora noto per le terme, che fu vassallo della Georgia; dopo la II Guerra mondiale perse ogni residuo di autonomia; il principe spodestato era diretto a Santiago del Cile.
* ajedrez: spagnolo per il gioco degli scacchi.
* Dorado: o Eldorado, favolosa città precolombina, non ritrovata a tutt'oggi, dove secondo la leggenda sono immensi tesori.
* Ugo e Colonnello: anche Ugo B. e il Colonnello in ritiro M. erano stati contrattati dall'Instituto Geográfico Militar argentino, come mio padre.
* zio: Jacopo Jacobelli, zio di mia moglie per parte di madre, dopo il nostro viaggio lavorò da economo a bordo del Río Santa Cruz; riportò serie ustioni nell'incendio.
* Mar Dolce: in spagnolo Mar Dulce; immenso estuario del Paraná e dell'Uruguay, così chiamato nel 1516 dal suo scopritore Juan Díaz de Solís, ucciso dagli indigeni nell'isola Martín García quello stesso anno; in seguito Río de la Plata.
* Plaza Artigas: piazza principale di Montevideo, dal nome dell'Eroe uruguayano; Montevideo fu l'ultimo scalo prima dell'arrivo a Buenos Aires.
* Buenos Aires: sbarcammo in Darsena Norte il 2 agosto 1948.