CIRCULAR 108
THALASSA, THALASSA
Oggi Memé (Lulù, Marisa) compirebbe 97 anni. Nacque a Cuneo, cittadina piemontese i cui abitanti, forse senza meritarlo, godono fama di ingenui volenterosi (un po' come i gallegos a Buenos Aires). Amava il mare, a differenza di Cecco, le cui preferenze, per lei, erano legge. Perciò da bambini al mare ci si andava poco: per me la prima volta fu a Cervia, sull'Adriatico, forse nel 1933. Rammento la linea di alghe lungo il bagnasciuga e che mi dovevano prendere in collo per varcarla, perché mi dava ribrezzo. Poi un'estate la Mamma mi condusse a Pisa, dai Corri (la famiglia di una sua alunna di piano) e rimasi in casa loro un paio di settimane, finché la Mamma venne a riprendermi. Coi Corri ogni mattina si andava a Tirrenia, col trenino: una volta dovemmo tornarcene indietro subito perché c'era la libecciata, un vento violento che sconvolge l'arenile. Finita la guerra andai con la Mamma a Viareggio, sotto tenda; poi, pochi giorni prima di partire per l'America, trascorremmo un pomeriggio a Livorno, dove, tuffandomi dai resti bombardati del Bagni Pancaldi, imparai a nuotare, in un'ora. Ammetto che a tutt'oggi non ho migliorato un gran che, nè di stile nè di resistenza. Quel giorno era con noi anche il Babbo, che fece perfino il bagno.
Diverso fu in Argentina, dove andare d'estate a San Clemente divenne per loro quasi un'abitudine. La prima volta, nel 1955, fui loro ospite con Paola, che quindi conobbe il mare alla stessa età in cui lo avevo conosciuto io. Più avanti invitai Memé a Miramar, col Babbo, due volte. La prima, siccome non bastavano i letti nell'appartamento d'affitto e gli alberghi di Miramar erano pieni zeppi, il Babbo ed io passammo la notte a Mar del Sur, nell'antico albergo sulla spiaggia che ormai è chiuso e sembra il rudere di un avamposto di fronte al Mistero. La seconda volta Memé e Gabriele tornarono a Buenos Aires in treno, perché non c'erano abbastanza posti nel Pepè Babbo (DKW). Memé si sentì molto male durante il viaggio, avvelenata dalla solanina di certi avanzi che aveva voluto mangiare per non buttarli nella spazzatura. Infine so di una volta che Memé e Checco andarono per qualche giorno a Pinamar, quando non era ancora di moda ed il bosco era giovane.
Memé morí nel 1978 dopo lunga malattia, una notte di dicembre. Eravamo con lei io e l'infermiera; in casa c'era anche il Babbo, ma in un'altra stanza. Morì sollevandosi appena dai guanciali e lanciando un breve grido, come di gabbiano che, dopo lungo errore, avesse ritrovato il suo oceano.
Buenos Aires,8 luglio 2000
Note:
- Nella Katabasis Senofonte narra la ritirata dalla Persia dell'esercito spartano in disfatta. "Thalassa, thalassa" fu il grido del soldato che per primo avvistò il mare, annuncio della patria.
- In Argentina venimmo nel 1948, via mare, col Río Santa Cruz (dove in seguito lavorò Iacopo zio di Grazia). Fu un viaggio splendido, gremito di speranze: come se fossimo tornati nel grembo per rinascere alla nuova vita. Anni dopo, tornando dall'Europa dove si erano recati in aereo, Memé e Checco ripeterono la traversata dell'Atlantico, su diversa nave, ma fu un transito doloroso, forse perché intuivano, o sapevano, che avevano visto la loro terra per l'ultima volta.
Per:
Lucia, Fausto, Mariella, Gabriele, Carla, Lorenzo, Tatiana, Eric, Luciana.