ARANCE E GELSUMINI
Per Francisco Kröpfl,
maestro dei suoni
in questo mondo di rumori.
La presente raccolta riunisce cinquanta riflessioni ed aneddoti scritti dal 1994 ad oggi (2005). Devo il titolo ad un Autore che non ricordo: "Arance e gelsomini" (con la "o"). Devo a Giuseppe Ungaretti le grafie "gelsumini", "Affrica" e derivati ("Giugno", 1917).
I testi 30, 31 e 41 sono in lingua spagnola.
Le date di stesura, prescindendo da alcune correzioni posteriori, sono le seguenti:
1994 - dal numero 1 al numero 21
1995 - dal 22 al 32
1997 - dal 43 al 50 e l'Appendice
1998 - il 33
1999 - dal 34 al 36
2000 - dal 37 al 39
2001 - il 40, il 41
2005 - il 42
Clicca su i per ritornare all' indice
Clicca su > per leggere le note
Ci sono due tipi di coraggio: quello che nasce dall'ignoranza delle circostanze e quello che proviene dal conoscimento. Il primo è proprio dei temerari, il secondo dei prudenti. Comunque il fondamento meramente statistico del giudizio di questi ultimi non offre al saputo nessuna garanzia, nè di successo nè del contrario. Lo stesso può dirsi di qualsiasi decisione. i
La notte non "porta consiglio" in quanto consenta una meditata valutazione dei pro e dei contro, ma solo perché il riposo ripristina le facoltà e rende più agile il ragionare. Per questo resta facile risolvere i cruciverba al mattino, appena svegli. i
Ormai a me non fanno pena i figli, già grandi, ma i nipotini. Vorrei credere anch'io nelle loro speranze anziché limitarmi a proteggerle. i
Settanta Grilliparlanti, settanta volte sette Nani non valgono a salvare un solo Pinocchio o una Biancaneve. Ma è anche vero che settanta Volpi con altrettanti Gatti o settanta Reginestreghe non possono evitare che Pinocchio si trasformi in Fanciullo e Biancaneve in Sposa (e probabilmente Madre) esemplare. i
Il fondamento dei miei dubbi ontologici è legato al ricordo di certe sensazioni notturne, più volte ripetutesi fin dalla infanzia o quasi. Nella contemplazione del firmamento ravviso (ma meglio scriverei: ravvisavo) una immagine probabilmente identica, per via della distanza, a quella che percepiscono i miei congeneri, il che mi suggerisce la identità degli Io. Nel risveglio notturno, intervallo fra due sogni, forse per bere se è estate, le circostanze (per esempio i suoni) mi apparivano diverse dal quotidiano, come se sorprendessi da dietro le quinte lo scenario vuoto di attori. Che io avessi vissuto come individuo differenziato mi sembrava una illusione, dileguatasi come la luce del sole. i
Gli ultimi dialoghi validi sono quelli che si abbiano coi nipoti, finché questi siano piccini. La eventuale lucidità dei ragionamenti estremi non trova convalida in un confronto con le opinioni altrui, perché agli anziani non si offre occasione di discutere, se non -forse- coi loro coetanei. i
Si ha una fuggevole immagine dell'Inconscio attraverso il sesso, quando ne siamo dominati senza che si perda la nozione di come stiamo agendo, di come sta agendo. i
Uomini (e donne) insigni sono morti dimenticati o, peggio, addirittura in prigione. Nel caso di Tommaso Moro è appunto nell'accettazione della condanna che consiste la sua grandezza. Ma in altri casi la disgrazia si è dovuta alla decadenza morale del personaggio, una volta conclusa la sua Missione. i
Per la persona di poca cultura o di cultura media risulta difficile distinguere fra il numero e la sua rappresentazione. Per esempio fra il "sette" e: una mano e due dita, VII, 7, 111 (scrittura su base due). Il numero esprime il valore di una distanza, di un volume, di una durata ecc. La sua rappresentazione sta al valore che esprime come le note scritte stanno ai suoni. A proposito: lo zero, rappresenta un valore? i
Che il caffè non lo producano le mucche nere e che l'avvicendarsi delle stagioni non si debba alla maggiore o minore distanza della Terra dal Sole (ammesso che questi due fatti si possano dare per certi) sono due delle ragioni che mi inducono a dubitare che il movimento di rotazione sia la vera causa di quel chiarore e di quella oscurità che denominiamo, rispettivamente, giorno e notte. i
E' difficile far comprendere ad un iperboreo e perfino ad un europeo che per chi vive al disotto dell'equatore il Sud non sia sinonimo di caldo, povertà ed ignoranza. i
In una conversazione con un conoscente siamo giunti al convincimento che la vita non può deviare dal suo corso: contenuta, come un fiume dagli argini, da circostanze che personifichiamo in Dio. Da questo punto di vista il libero arbitrio consiste soprattutto nel modo in cui accettiamo quanto ci avviene. i
Lugones annuncia Borges così come Cimabue presagia Giotto. Presto Lugones sarà dimenticato, perché solo l'eccellenza riesce a sopravvivere, e nemmeno sempre. Tuttavia mi domando chi sarebbe oggi sugli altari se Giovanni non avesse preparato l'avvento di chi avrebbe battezzato col fuoco. i
La storia della maggior parte dell'impero britannico si concluse con l'indipendenza delle etnie autoctone; invece in America gli abitanti precolombini furono per la più parte distrutti e i restanti imbastarditi dai conquistatori (sia latini che sassoni) e dai loro schiavi affricani. Il continente, oggi, lo popolano e lo governano i discendenti degli invasori. i
Il passato di un qualsiasi istante è costituito dalla parte a me nota del mio destino. Al futuro dovrei guardare senza timori nè speranze: solo con curiosità. i
All'esame di maturità il professore Giorgio Sestini mi fece risolvere un problema di trigonometria alla lavagna. Mi sbagliai di formula, ma, per un caso strano, l'errore mi condusse direttamente ad una espressione cui sarei giunto due passi più avanti nella soluzione del problema. Il professore restò interdetto per qualche istante: poi annuì, sorpreso, e, ritenendo che io avessi svolto mentalmente i calcoli mancanti, dette per concluso l'esame e decise che meritavo un dieci. i
Molti scrittori del secolo XX sono morti suicidi. Do qualche esempio, in ordine alfabetico: Campana Dino, Esenin Sergei, Hemingway Ernst, Kosinsky Jerzy, Lugones Leopoldo, Lynch Marta, Maiakovsky Vladimir, Pavese Cesare, Quiroga Horacio, Storni Alfonsina... i
La lotta fra tenebre e luce che segna il passaggio dalla notte al giorno (o viceversa) è tanto più breve quanto più è prossimo l'equatore, ma di questo non resta traccia nel mezzogiorno o nelle alte ore notturne. Viceversa nelle vere rivoluzioni il mondo esemplare che producono (per poco tempo) è molto diverso da quello che se ne deriva per evoluzione nelle imitazioni a distanza. In questi ultimi casi finisce per prevalere la classe dominante di sempre, via gattopardismo (esempio supremo la fondazione dell'impero brasiliano in un continente sconvolto dai confronti armati fra la Spagna e le sue colonie). i
Non saprei come definire l'inizio e la fine della notte e del giorno, perché tali momenti esistono solo per convenzione. Lo stesso si può dire della nascita e della morte dell'individuo. Perciò non si conclude la discussione sulla legalità dell'aborto nè quella sulla ablazione di organi umani per trapianti, nel cui decorso si è portata alla luce una verità sgradevole: che le morali sono dettate dalla convenienza di gruppi sociali, spesso antagonici. Quanto alla scienza, poco ha da aggiungere alla soluzione dei problemi etici, data la provvisorietà delle sue ipotesi (attraverso la cui superazione essa tuttavia avanza). i
I limiti delle nostre percezioni ci impediscono la piena comprensione del mondo che ci circonda e della nostra stessa natura. La maggior parte delle decisioni del nostro organismo non passano attraverso la nostra coscienza anche se spesso ubbidiscono a stimoli che sappiamo individuare. La scienza è costituita dalla ricerca di tali relazioni di cause ed effetti. i
Nei migliori dei casi, ragioniamo per analogia. Di solito ci limitiamo a raffinare le definizioni, in un esercizio quasi di lingua. La maggior parte del nostro pensiero è costituita dalla scoperta di ciò che già sappiamo. i
Ci commuove la sorte dei bimbi di genitori divorziati, ma non ci rendiamo conto che si tratta di persone che diventeranno adulte e che le più gravi conseguenze di essere mal cresciute le soffriranno allora. Ci sembra che trascorse l'infanzia e l'adolescenza il loro problema sia finito e che tutto al più ne resterà qualche ricordo sgradevole, che non interferirà nei fatti colle loro responsabilità di famiglia e di lavoro. i
L'ipotesi secondo la quale Dio avrebbe creato l'uomo a Sua immagine e somiglianza mi sembra poco probabile e sì invece che l'umanità si sia immaginata il Padre celeste come replica di quello terreno. La preoccupazione etica, quando se ne riscontra la presenza, sembra propria solo degli esseri umani, anche se si deve ammettere che i timori al castigo o al peggio (che hanno tanta influenza nel comportamento degli animali) possono costituire il vero fondamento della nostra morale. i
La religione è un tentativo di interpretare in termini umani le forze che ci plasmano e ci condizionano, per rendercele intelligibili. Così le tempeste divennero la manifestazione della collera del dio del mare e le fasi della Luna si fecero specchio delle vicende -gioie e dolori- di Proserpina. La sublimazione di questo linguaggio produce il monoteismo, che riduce lo scopo della divinità all'impero della legge morale. La constatazione che la sopravvivenza ed il predominio della specie trovino sostegno nella solidarietà dei suoi membri, mette in rilievo l'essenziale antropomorfismo che inspira i credi. i
Che l'uomo abbia posto il piede sulla Luna mi sembra soprattutto poco probabile e simpatizzo con chi sostiene che si trattò di una frode. Invece che la Creazione abbia richiesto per l'appunto sette giorni (cioè una fase lunare), mi sembra una affermazione ingenua e commovente. i
Suppongo che solo un quinto della popolazione mondiale abiti in paesi civili, e che di questo quinto una quinta parte non goda dei vantaggi della civiltà. Questo significherebbe che solo una persona su sette usufruisce simultaneamente della abbondanza, del diritto, della educazione, della assistenza medica, della informazione. Credere che questi benefici col tempo possano estendersi alla maggioranza mi sembra utopico: che vengano distrutti dalla maggioranza mi sembra possibile, forse anche probabile. i
Tati (cinque anni) considera la vita come una occasione di diventare sempre più buoni, fino a trasformarci in angeli. i
Via via che si perfezionano le tecniche dei trapianti (principiando dalla trasfusione di sangue) aumenta la richiesta di organi e tessuti umani e non mi sembra probabile che se ne possa evitare il commercio, anche all'ingrosso, con la sua sequela di sequestri, estorsioni, abuso di autorità, mentre d'altro canto non possono esistere ragionevoli garanzie sul risultato delle operazioni chirurgiche. Per quanto poi riguarda la ablazione post mortem, non c'è sicurezza che i medici sappiano realmente o verifichino, sia in generale che di fronte al caso concreto, se il donante è deceduto (?). i
La fecondazione con sperma congelato (sicuramente attivo anche per dieci anni) può generare insolubili questioni legali, per esempio la filiazione di persone che nascono molti anni dopo la morte del padre o di adulti che scoprono da grandi l'identità del donante. i
Las demandas por mala praxis denotan que la sociedad acepta que la medicina sea una ciencia objetiva, con leyes rígidas, cuya transgresión por parte del practicante (mientras no se declare a priori un secuaz de las medicinas alternativas) recibe un castigo. Sin embargo consideramos un signo de superstición que el rey de una tribu llegue a destituir al hechicero por su fracaso en conseguir la lluvia. i
Tras el fin de la historia, acabadas las luchas de clase, vuelven las guerras étnicas. En realidad nunca cesaron: Corea, Vietnam fueron blancos contra amarillos. i
In una serie di un milione di numeri di sei cifre, dallo 000000 al 999999 ci sono solo mille palindromi. Sono ancora mille in una serie di centomila numeri (00000 - 99999), cioè la probabilità che un numero della serie sia palindromo aumenta dall'uno per mille all'uno per cento. Invece in una serie di quattro cifre, con diecimila numeri (0000 - 9999), questa percentuale non aumenta: cento numeri palindromi, uno per cento. Supponiamo che un passeggero d'autobus prenda sempre la stessa linea, ad una media di oltre due ma meno di tre viaggi al giorno: la probabilità che gli capiti un biglietto di numero palindromo sarà di circa un biglietto all'anno nel caso di biglietti contrassegnati con sei cifre, e di circa dieci biglietti all'anno se contrassegnati con cinque cifre. Supponendo che il suddetto passeggero assegni valore di oracolo all'evento di ottenere un numero annuo di biglietti palindromi diverso dal normale e che esistano due linee alternative di autobus, una con biglietti a sei cifre e l'altra a cinque, il passeggero dovrà decidere con quale delle linee viaggiare abitualmente. Dipende dal suo carattere che preferisca lo stillicidio dei dieci o più biglietti, o che si giochi il tutto per tutto in una attesa senza episodi triviali. i
Secondo una prima analisi, le concezioni filosofiche e religiose di Sai-Baba mi sembrano affini alla linea di pensiero di San Giovanni, la quale potrebbe essere stata influenzata dall'induismo, soprattutto se, come alcuni asseriscono, Gesù, per tornare in Palestina dall'Egitto, fosse passato dall'India. i
Sai-Baba chiese ad uno dei suoi discepoli perché si ponesse domande circa la natura di Dio se, d'altro canto, ignorava cosa sia l'uomo. Effettivamente non abbiamo avanzato nella conoscenza di noi stessi al di là di quanto riguarda la funzione di alcuni dei nostri organi, geni ecc. e la capacità, per il momento assai limitata, di manipolarne il funzionamento. i
Se Io, ignorando la raccomandazione di Sai-Baba, dovessi domandarmi se Dio esista e quale ne sia la funzione, dovrei prudentemente riconoscere che Egli, per me, non è che una ipotesi, soprattutto se lo si postula come Dio unico. Posso però ammettere che si tratti, per lo meno, di una astrazione degli attributi delle Divinità: questa tautologia ha il merito di additare in Dio l'obbiettivo, evidentemente intangibile, della spiritualità. Tutto questo si traduce in un imperativo etico forse prossimo agli insegnamenti dei filosofi stoici. i
Pochi giorni dopo la morte della famiglia di Paola, un amico, forse coll'intenzione di suggerirmi una speranza, mi domandò se credessi nella esistenza e nella immortalità dell'anima. Gli risposi, senza riflettere, che credo, piuttosto, nella eternità della realtà (la quale, ovviamente, trascende l'universo misurabile). Trascorso oltre un anno, questa asserzione continua a convincermi, soprattutto perché ubica il tempo nella funzione accessoria che gli compete (insieme allo spazio), quale supporto per la interpretazione razionale che ci consentono i nostri limiti.
1999 i
Da bambino mi avvertirono di badare bene a non buttare via nemmeno un pezzetto di pane perché, dopo che uno muore, gli viene una piccola luce sulla punta del dito indice e a quel chiarore deve ritrovare nel buio tutto il pane che abbia sprecato, perfino le briciole, e se non lo raccoglie tutto non lo lasciano andare in Paradiso. i
Mio padre soleva raccontare il caso del Krapotkin come esempio dei valori della perseveranza e del professionalismo. Il Krapotkin era un battello rompighiaccio che il governo russo aveva inviato in soccorso della spedizione Nobile al Polo nord, dopo l'incidente che ne distrusse il dirigibile. La Russia fu molto criticata per essersi tolta d'impaccio con un contributo minimo ed inadeguato, perché si stimava che il Krapotkin sarebbe arrivato a missione compiuta, anzi addirittura che se ne sarebbe tornato indietro dopo una breve crociera, perché i superstiti sarebbero stati riscattati da altri assai prima dell'arrivo del rompighiaccio. Molte nazioni avevano mobilitato il meglio dell'aviazione per localizzare sul pack la tenda rossa e trarre in salvo i sopravvissuti. Un aereo riuscì a scendere e riportò a terra ferma Nobile (ferito, ma lo stesso avrebbe dovuto restare coi suoi). Al secondo tentativo l'aereo si danneggiò ed il pilota ebbe a rimanere per settimane sul pack con gli altri, in attesa di aiuti che le limitazioni tecnologiche dell'epoca rendevano sempre meno probabili. Finché, piano piano, arrivò il Krapotkin. Volgeva l'anno 1928. i
Una notte mi trovavo a Rio de Janeiro nell'hotel Continental, al ricevimento della convenzione del Power System International (Westinghouse). Gli organizzatori avevano contrattato una Mãe de Santo che, a chi volesse, legava al polso un nastrino con virtù magiche. Si supponeva che al ricevere il nastrino si formulassero, in segreto, tre desideri: si sarebbero avverati per chi avesse conservato il nastrino al polso finché, mesi dopo, si rompesse per l'usura. Chiesi alla moglie del mio collega italiano se avesse formulato i suoi desideri. Mi rispose di sì, e che non era stata una scelta difficile, giacché aveva tre figli: un desiderio per ogni figlio. L'anno dopo suo marito morì di cuore. i
Ricostruita faticosamente la formula per calcolare l'ampiezza media degli angoli interni di un poligono convesso, e riflettuto (a) che si tratta di un numero di gradi compreso fra 60 e meno di 180, (b) che la massima ampiezza dell'angolo maggiore di un triangolo è inferiore ai 180 gradi, fingo che esista un poligono convesso, fatalmente regolare, con angoli di 180 gradi ed un triangolo, fatalmente isoscele, con un angolo di 180 gradi e gli altri due di 0 gradi e mi avvedo di avere scoperto (a') la circonferenza [poligono con infiniti lati] e (b') la retta [scissa in due semirette da un punto, per l'occasione chiamato vertice]. Liberamente ne deduco vari concetti: per esempio che la retta altro non è che una circonferenza infinita. Tutto questo certamente era già luogo comune ai tempi di Pitagora. i
Al término del concierto en conmemoración de Schönberg (organizado por Lucía), le dije a Francisco Kröpfl, que se sentó a mi lado : "Ahora, sólo nos queda el futuro." Tras una pausa Francisco se rio y agregó: "Con sus incertidumbres." Y nos fuimos a felicitar a Lucía, dando así por concluído nuestro sintético diálogo sobre la eternidad.
El sentido de mi perogrullada es obvio. Lo pasado, aunque excelente, pisado. La acotación de Kröpfl en el momento me pareció correcta, pero sin vuelo; hasta que, tiempo después, me di cuenta de que él había señalado dos rasgos fundamentales, aunque forzosamente efímeros, del presente, es decir el temor a lo imprevisible y la esperanza.
Desde otro ángulo, pasado y futuro, que se distinguen porque sólo del primero podemos tener memoria, constituyen, juntos y sin solución de continuidad, una realidad unívoca y permanente. La memoria, que es apenas un utilaje, se va borrando (de última con la muerte); pero nuestra existencia, inclusive en los aspectos que ignoramos, ni es ni será desechable. Es a este indestructible vestigio que se le dice ultra-tumba; algunos, más analíticos, distinguen entre empíreo y averno. i
Secondo la Genesi, tanto Caino quanto Abele erano soliti offrire a Jehovà, in sacrificio propiziatorio, parte di quanto riuscivano a produrre. L'Autore afferma che Jehovà si sentiva compiaciuto dai doni di Abele (agnelli?), ma non da quelli di Caino (zucche?), però non ne spiega il perché. Questa indifferenza o ostilità di Jehovà nei riguardi dei suoi doni avrebbe indotto Caino ad uccidere Abele. Così si concluse il conflitto fra il primo contadino ed il primo pastore.
Centinaia di anni dopo, Jehovà, per provarne la fede, ordina ad Abramo di sacrificargli il suo primogenito (Isacco). Abramo, caricato il mulo con la legna etc., si avvia con Isacco e i servitori verso il luogo prescelto per il sacrificio. Lascia i servitori al bivacco presso un ruscello (evidentemente non voleva testimoni) e prosegue col mulo e il figlio. Isacco gli domanda perché, oltre la legna, non si sono portati anche l'animale da sacrificare ed Abramo cerca di tranquillizzarlo con scuse magre. L'episodio si conclude bene, perché all'ultimo momento un Angelo frena il braccio di Abramo, che stava per sgozzare il figlioletto, legato (e presumibilmente imbavagliato) sulla pira, e fornisce ad Abramo un capro espiatorio per sostituire Isacco sul rogo. Isacco, slegato e confortato dal padre (si era trattato solo di uno scherzo, forse un po' pesante), probabilmente lo aiuta a sventrare il capro; e la cerimonia prosegue secondo le regole.
Quindi i pristini riti ebraici non erano dissimili da quelli dei cosiddetti "pagani". Per esempio Agamennone si apprestò a sacrificare la figlia Ifigenia per indurre i venti a condurre a Troia l'armata greca. Anche in questo caso Zeus salvò la vittima appena a tempo.
Veniamo al supplizio di Cristo. Secondo la interpretazione di tutte o quasi le professioni cristiane, si sarebbe trattato di un sacrificio propiziatorio per liberare l'umanità dalle conseguenze del peccato originale. Perché la vittima fosse proporzionata allo scopo, Jehovà offrì per l'olocausto il proprio figlio, e lo fece volentieri, perché altrimenti Egli, che ama molto l'umanità, non avrebbe potuto perdonarci. Ossia, Jehovà sacrificò a sé stesso il proprio Isacco, e, questa volta, non ci fu chi fermasse gli aguzzini romani, sebbene alla fine tutto andò a posto, anche in questo caso, perché Gesù resuscitò. D'altronde i carnefici non seppero di stare impetrando il favore divino mediante un sacrificio; credettero semmai, nella loro cecità, di stare facendo giustizia. Come ammonisce un proverbio cinese, l'Essere Supremo scrive diritto con linee storte. i
- Nonno (accendendo la luce): "Buongiorno, sono le sette del mattino e la colazione è pronta. E' una bellissima giornata, che mi ricorda di quando ero nel Bongo. Lavoravo da interprete, perché ero uno dei pochissimi bianchi che conoscevano la lingua locale, che è molto difficile. Hanno solo una parola (BONGO) che significa cose diverse secondo come si pronuncia. Per esempio BONGOOOOOOOOOOOO! vuol dire: attenzione, ci sono in giro un branco di iene, una coppia di leoni con la figliolanza e un rinoceronte sciolto, quindi per il momento è pericolosissimo uscire dal villaggio, soprattutto di notte. BONGO!!! significa che è ora di alzarsi e che la colazione è pronta. BONGO?? serve per domandare se sei sveglia. A proposito, non dimenticare di metterti le pantofole per venire a far colazione. Tornando a bomba, hai un'idea di come chiamano le pantofole i Bongo?"
- Tati (sbadigliando): "Bongo Bongo". i
Mentre, seduto su una panchina del Parco, attendevo il ritorno di Tati che stava facendo un giro a cavallo di Bonita, mi si avvicinò una Signora, forse un po' meno vecchia di me, ma magra allampanata, che, con un filo di voce, prese a raccontarmi le ragioni del suo deplorevole stato di salute. Sosteneva che il marito, la vigilia di Natale, aveva insistito perché cenassero in un ristorante con l'aria condizionata. Lei era certa che la refrigerazione le avrebbe fatto male e infatti il giorno seguente si svegliò senza voce e con la febbre: dovettero chiamare il medico, che ricettò riposo e antibiotici. Se avesse ubbidito alla prescrizione, in quel momento (altro che Parco!) avrebbe dovuto essere a letto, o almeno in casa, ma come si fa a restare a letto tre giorni di seguito? C'è da uscirne pazzi. A parte il fatto che non poteva condannare il nipotino a restare inchiodato davanti alla TV. Certamente si trattava del pallido giovinetto a cavallo di un pony maschio (Malevo) che trottava alla nostra volta, seguito, a mezza lunghezza, da Bonita. Accompagnai le parole della Signora con monosillabi intesi ad esprimere simpatia e commiserazione al tempo istesso, atteggiamento che rinforzavo coi gesti delle mani e corrugando la fronte. L'arrivo dei ponies mise fine a questa fugace conversazione. i
Qualche notte fa mi destai verso le tre: la gola mi bruciava di acido gastrico e sentivo sapore di vomito. Questa sgradevole esperienza mi fece intuire quanto terribili siano i fenomeni che si svolgono dentro il nostro corpo. Di essi, che sono il vero fondamento della nostra esistenza, abbiamo appena una vaga nozione. Non comprendiamo che la nostra attività, in gran parte o forse per intero, ha per scopo procurare le materie prime per gli organi che, con alto grado di specializzazione ed efficienza, espletano le funzioni che ci consentono di sopravvivere e propagare la specie. Per esempio, quando ingeriamo vivande, magari di alta cucina, e le assaporiamo civilmente, riconoscendo l'ombra di zafferano o di coriantro come ha voluto lo chef, mica ci rendiamo conto che lo squisito apparecchiamento altro non cela che proteine, idrati di carbono e grassi che lasceremo poi scivolare giù nella infernale fucina da cui non c'è scampo. Ed ancor meno ci sovvengono le delicate forme che questi cibi rivestirono durante la loro vita, quando maturavano sulla pianta, o suggevano il latte dal seno materno. i
Per certuni la concupiscenza non consiste nel desiderare il possesso di una o più persone, ma nella voglia struggente di esserne oggetto di desiderio. i
Convivere è un'arte che richiede intuizione per percepire i limiti e disciplina per rispettarli. i
Civiltà e barbarie: i confini di ogni cultura. Le Ande che precipitano nel Pacifico, la metropoli che si stempera nella pampa, Brasilia dove, senza transizione, gli arbusti del deserto lambiscono l'ultimo edificio intelligente. Ma anche: i limiti della investigazione scientifica, della realizzazione tecnologica, del pensiero filosofico, spesso perfino le frontiere dell'assurdo, come certi problemi teologici (animam mulier habet?). In questo senso lato, forse, va inteso l'entusiasmo di alcuni per le metropoli del mondo più avanzato e per quanto esse offrono di edonismo a chi vi abiti ed al turista. i
Lo stesso giorno in cui ebbi la conversazione coll'autista orfano (suo padre era morto al compiere 104 anni, lucido fino all'ultimo momento) mi parlò per telefono una amica, piuttosto scettica sul valore della vita per chi sia vecchio. Avrei dovuto dirle che, prima di decidere su questo, provasse ad immaginare il sapore dell'ultima cucchiaiata di minestra, quale lo ricorderà al calare il sipario. i
Dal sanscrito FIG (pietra di confine) deriva FINIRE: Infinito, quindi, che non ha confine. Viceversa ritengo che il luogo dove l'Infinito inizia esiste: è la mia persona. Tuttavia non mi conosco abbastanza (nè potrei) da intuire se io sono infinito: ma lo giudico probabile. i
Comedia
Qualche tempo dopo la stesura lessi un testo di Grillparzer che tratta dello stesso argomento, ma non ho potuto rintracciarlo. <
Fides
Paola Maranca, Esteban Solimano e le loro figlie Laura e Sofia morirono per avvelenamento da monossido di carbono nel 1998. <
Iesa
Nome sanscrito di Gesù. <
I roghi e la Croce
Non è da escludere che l'intenzione di Caino, all'uccidere il fratello, fosse quella di far lieto Jehovà con un sacrificio umano. <
L'Euclide tascabile
La formula è [(L-2) x 180] / L, dove L è il numero di lati del poligono regolare. <
Uomini e no
Titolo di un romanzo di Vittorini. <
Vecchiaia
Anni dopo la stesura vidi il magnifico film persiano IL SAPORE DELLE CILIEGIE. <
La Principessa Risplendente
- Nonno (tirando su le persiane): "Buongiorno, come sta la nostra Bella Addormentata? A proposito, mi sono svegliato pensando alla fiaba, che tu certo conosci nella versione per bambini. Mi riferisco a quella faccenda di pungersi il dito con una conocchia (ma cos'è poi, questa conocchia?) il giorno che la Principessa compì 14 anni."
- Tati (con gli occhi ancora chiusi): "18".
- Nonno (seduto sulla sponda del letto): "Beh, facciamo 16. Le cose andarono in modo un po' diverso. La vecchietta, che poi era una strega e che sembra che non la avessero invitata al rinfresco, dopo aver pronunciato la maledizione, nascose una bottiglia di sidro nella stanza incima alla torre. Sedici anni dopo, la Principessa, in un giorno di noia, non sapendo come svagarsi entrò nella vecchia torre, che da tempo non era più usata. Incuriosita, salì per le scale, in mezzo a una nube di ragnatele, sporcandosi tutta la faccia e rinvenì la bottiglia di sidro nell'armadio della stanza dell'ultimo piano. Da osservarsi che, dopo tanto tempo, la Strega manco si ricordava della faccenda, anche perché poi aveva ritrovato l'invito, sotto il suo perfido gatto".
- Tati (con gli occhi semiaperti): "Cosa è il sidro?"
- Nonno (alzandosi in piedi): "E' una bibita alcoolica molto dolciastra, che si fa colle mele. La bottiglia era polverosa e impiastricciata di cacca di scarafaggi, ma la principessa la ripulì perbenino con uno straccio umido e se la portò in camera di soppiatto, nascondendola fra le vesti. Quando ne assaggiò il contenuto, le sembrò di un sapore squisito e si scolò l'intera bottiglia in meno di un quarto d'ora. Siccome non aveva mai bevuto alcool, dopo il secondo bicchiere era già sbronza e vedeva doppio: alla fine cadde addormentata, russando fragorosamente malgrado la sua giovane età, e nessuno la poteva svegliare. Il Re e la Regina attesero con pazienza che si destasse. Dopodiché, trascorsi ormai centanni, indissero per televisione un Grande Concorso di Svegliare Principesse. Chi riuscisse a svegliare una principessa aveva il diritto di sposarla e quindi sarebbe diventato re, a suo tempo".
- Tati (con gli occhi aperti): "Ma c'erano altre belle addormentate?"
- Nonno (passeggiando nervosamente per la stanza, perché si sta facendo tardi): " No, c'era solo lei, ma lasciarono credere che fossero molte, altrimenti non si sarebbe presentato quasi nessuno, perché i participanti credevano che svegliare una principessa fosse facilissimo e che ci sarebbe riuscito il primo, alla prima. Occorre sapere che per potersi iscrivere al Concorso bisognava essere principi o conti o duchi o marchesi".
- Tati (sorpresa): "Ma come, i conti non erano già sposati?"
- Nonno, (aiutando Tati a infilarsi le pantofole): "Volevo dire che bisognava essere principi o figli di un conte, un duca o un marchese. Ma si è fatto tardi e continueremo domani. Lesta, vai a far colazione".
- Tati (avviandosi) : "Bongo". i