CIRCOLARE 107
FAMIGLIA
Francesco era devoto lettore e buon conoscitore del Manzoni e soleva citarne, a memoria o quasi, quei passi che venissero al caso del momento. Per esempio, questo del capitolo III (Promessi sposi), quando, su consiglio di Agnese, Renzo va dall'avvocato, sperando nel suo aiuto, e gli porta in regalo quattro capponi. Il Manzoni lascia "pensare al lettore come dovessero stare in viaggio quelle povere bestie, così legate e tenute per le zampe, e a capo all'in giù, nella mano di un uomo il quale, agitato da tante passioni, accompagnava col gesto i pensieri che gli passavan a tumulto per la mente. Ora stendeva il braccio per collera, ora l'alzava per disperazione, ora lo dibatteva in aria, come per minaccia, e, in tutti i modi, dava loro di fiere scosse, e faceva balzare quelle quattro teste spenzolate; le quali intanto s'ingegnavano a beccarsi l'una con l'altra, COME ACCADE TROPPO SOVENTE TRA COMPAGNI DI SVENTURA."
Questa citazione mi rammenta una lettera di Egeria (7 novembre 1975) nella quale si legge una domanda, che è poi un consiglio di validità permanente: "Ma perché, oltre i guai inevitabili del destino, non si cerca, con un po' di tolleranza e pazienza, di andare d'accordo almeno nella famiglia?"
Guai inevitabili, purtroppo, non ne sono mancati: colpi di becco, neppure.
Buenos Aires, luglio 2000
QUESTA CIRCOLARE NON È STATA SPEDITA.